LEGO SERIOUS PLAY
LEGO SERIOUS PLAY
Oggi voglio parlarti nel dettaglio di questa tecnica di Coaching in cui mi sono imbattuto grazie ad un nostro partner.
Il nostro collega e amico Stefano Selvini è un Facilitatore Lego Serious Play. Ma cosa vuol dire facilitatore? E come questa metodologia si sposa con l’attività di Business Coaching fatta in azienda?
In attesa di sentire dalla viva voce di Stefano le potenzialità di questa metodologia, qualche cenno storico e qualche primo contenuto di avvicinamento.
LSP è un metodo finalizzato a sviluppare il pensiero, la comunicazione e la risoluzione di problemi complessi all’interno dell’azienda, giocando con i mattoncini colorati più famosi del mondo.
Sviluppo del pensiero creativo, team building per creare metafore personali ed aziendali; confronto tra i partecipanti per migliorare l’ambiente lavorativo, le competenze personali e i risultati.
Da qui la definizione di “Gioco Serio”
Tutto si basa sul presupposto che l’immaginazione è il motore di creatività e pensiero laterale. E i Lego sono lo strumento ideale per scatenarla.
Come nasce questa metodologia?
Come ogni cosa nasce in un momento di crisi della stessa Lego. Intorno alla metà degli anni ’90, la Lego ha una flessione nelle vendite a seguito del grande successo dei videogiochi. Cercando nuove soluzioni, due consulenti svizzeri idearono il concetto di “Gioco Serio”, applicandolo alla gestione delle organizzazioni.
Il proprietario del gruppo Lego era all’inizio titubante, ma si è dovuto ricredere davanti ai risultati che i primi approcci mettevano in evidenza. La prima applicazione di questa metodologia si chiamava Real-Time Strategy e si basava su identità, contesto e semplici e basilari principi guida.
Negli anni il processo si è sempre più affinato e standardizzato fino a diventare il più conosciuto Lego Serious Play. Esso è stato testato a titolo sperimentale in diverse società esterne alla stessa Lego per capirne la potenzialità. Società come Nokia, Daimler Chrysler e altre hanno dato feedback entusiastici. Così come alcune organizzazioni no profit che hanno testato la metodologia nella formazione dei loro volontari.
Ed in Italia? Muove i primi passi all’inizio del 2000 tramite test e società che sperimentano e tengono traccia di risultati e miglioramenti interni.
Si arriva così al 2010, anno in cui la Metodologia viene rilasciata in modo ufficiale con anche una parte di formazione per poterla applicare ed utilizzare nelle aziende. Nascono i Facilitatori Certificati che si raccolgono in forme associative per aggiornarsi e continuare a formarsi in modo permanente.
Su cosa si basa la metodologia LSP? Si basano su tre aree di ricerca e sviluppo
- Il Gioco: attività limitata, strutturata e volontaria che coinvolge l’immaginario. Limitata in quanto temporizzata entro certi parametri; strutturata secondo determinate regole; volontaria perché gli allievi decidono spontaneamente come e quanto coinvolgersi.
- Costruttivismo e Costruzionismo: alla base vi sono le idee di Saymour Papert che ha costruito le sue tesi partendo da Piaget, secondo cui l’apprendimento è migliore quando le persone stanno costruendo un prodotto esterno a se stessi. Meglio ancora se lo fanno divertendosi.
- Immaginazione: pensiamo a questo termine con tre sfumature diverse; usata per creare qualcosa, per descrivere qualcosa e per sfidare. Per LSP l’interazione tra queste forme di immaginazione porta alla dimensione strategica da applicare nel contesto aziendale.
E tu hai già sperimentato questa metodologia? Seguici per approfondire con l’intervista ad uno dei Facilitatori Italiani con più esperienza.